I FIORI DEL MALE
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- Categoria: COMUNICATI STAMPA 2019/20
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ALCUNE CLASSI DELL'ALBERGHIERO "SANDRO PERTINI" DI BRINDISI HANNO VISITATO LA MOSTRA FOTO-DOCUMENTARIA "I FIORI DEL MALE". Agli organi di stampa con preghiera di diffusione Comunicato Stampa Sei classi dell'Istituto Alberghiero Sandro Pertini di Brindisi (4B, VB, 5D, 5E, 5F, 5H), giovedì 14 novembre 2019, si sono recate presso Palazzo Granafei Nervegna, Brindisi, per visitare la mostra foto documentaria "I Fiori del Male", donne in manicomio nel regime fascista, a cura di Annacarla Valeriano e Costantino Di Sante. Gli alunni sono stati accompagnati dai docenti: Consales, Cuzzupè, De Monte, Gioia, Greco, Leone, Maceri, Papadia, Pezzuto, Piccoli, Taveri. La visita guidata è stata condotta da due guide molto preparate che sono riuscite a focalizzare l'attenzione dei ragazzi: Micaela De Marco, Presidente della Cooperativa Sociale "SePuede" e Valeria Casale. La mostra, per la prima volta in Puglia, è arrivata a Brindisi per volontà della SePuede Cooperativa Sociale che, da anni, si occupa della gestione di strutture per la riabilitazione di pazienti con disabilità psichica. Durante il ventennio, si ampliarono i contorni che circoscrivevano i concetti di emarginazione e di devianza e i manicomi finirono con l'accentuare la loro dimensione di controllo e di repressione. La mostra racconta le storie di quelle donne che non seppero esprimere personalità adattate agli stereotipi culturali del regime o che non assolsero completamente ai nuovi doveri imposti dalla "rivoluzione fascista". È importante focalizzare i volti di queste donne, le loro espressioni, i loro sguardi, in cui sembrano quasi annullarsi le smemoratezze e le rimozioni che le hanno relegate in una dimensione di silenzio e oblio. I materiali documentari, al centro del percorso espositivo, attingono in larga parte all'archivio storico del manicomio Sant'Antonio Abate di Teramo. Sono figlie, madri, mogli, spose, amanti; donne vissute durante gli anni del regime fascista. Ai volti delle ricoverate, sono affiancati diari, lettere, relazioni mediche che raccontano la femminilità a partire dalla descrizione di corpi inceppati e restituiscono l'insieme di pregiudizi che hanno alimentato storicamente la devianza femminile. La mostra si è rivelata un'opportunità per gli alunni, per approfondire l'emarginazione femminile durante il regime fascista. Il Dirigente: Prof. Vincenzo Micia Ufficio Stampa: Prof.ssa Anna Consales
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